Lo sentiamo dire spesso quando si parla di eventi spiacevoli a livello sociale, politico e ambientale. Il concetto è chiaro e applicato anche nel mondo del lavoro?
Valorizzare il proprio percorso, elaborare successi e insuccessi per proseguire con coerenza ed efficacia. Quanto di noi riescono a farlo in modo continuo? È evidente che l’esperienza intesa come passare del tempo non porti necessariamente a dei miglioramenti, il percorso è fatto di fasi e può capitare di regredire.
È realistico pensare alla vita come un sali e scendi, come un percorso fatto di intoppi e ripartenze, tant’è che una delle espressioni più usate negli ultimi anni è “test test test”. La complessità è in costante aumento, gli sconvolgimenti continui ci obbligano a ragionare di micro obiettivi e processi iterativi, ad impostare il lavoro per brevi cicli in attesa della nuova normalità. In tutto questo non si contano le ore di riunione per discutere di nuovi obiettivi di vendita, con numeri che automaticamente salgono nel nome di una crescita continua a volte irreale.
A questo punto si delineano due strade, entrambe fatte di dettagli non trascurabili:
Concentriamoci sulla seconda. Perché facciamo così fatica ad analizzare il passato per ottimizzare il futuro?
Prova a farci caso: nei luoghi di lavoro il passato non viene spesso preso in considerazione come caso studio da analizzare per lanciare nuovi progetti. L’analisi del passato è lasciata alla lungimiranza di qualche persona che consapevolmente si prende il tempo di farlo. E se il tempo non c’è? E se per urgenze e scadenze impellenti nessuno del team riesce a farlo? Se nessuno ha l’abitudine di guardarsi indietro con metodo? In quante organizzazioni è consuetudine fare una retrospettiva per capire cosa ha funzionato e cosa no?
Nel web possiamo trovare diversi articoli che spiegano come costruire nuovi obiettivi, pochi spiegano come studiare il passato con metodo.
Banalmente potremmo dire che consiste in analizzare le proprie azioni e i risultati ottenuti, chiaramente non si tratta solo di questo. Per esempio significa:
Per poter tornare indietro con efficacia abbiamo bisogno di creare prima le giuste condizioni, generando materiale facilmente comprensibile. Una cosa è certa, acquisire questa abitudine aiuta a fare la differenza. Prova a pensare ad un progetto a cui hai lavorato qualche anno prima e ad un certo ne arriva uno nuovo molto simile. Qualcosa frulla nella mente, ritrovi un documento, una presentazione o in generale qualcosa che avevamo preparato.
Osservando capisci in fretta che non ti ricordi perché avevi fatto certe scelte, gli errori da evitare assolutamente, i passaggi chiave che ti avevano portati a quel determinato risultato.
Può capitare di avere la sensazione che eri molto più ferrati di ora. A quel punto pensi a quanto sarebbe stato utile tenere traccia di tutto ciò. Per fare questo serve un metodo, serve che diventi routine e che si inizi a vederne i benefici. Il mondo corre veloce, lo sappiamo, noi ricordiamoci dell’importanza di fermarci, di lasciare tracce e di partire dal passato per costruire il futuro.