Mentre stavamo raccogliendo le iscrizioni per il corso di progettazione sociale “Non profit PM: design e management per progetti ad alto impatto” abbiamo scoperto che molti di voi sapevano già perché fare progettazione sociale!
Ci avete detto che:
Oltretutto, aggiungo io, è molto appagante vedere un proprio progetto svilupparsi e raggiungere gli obiettivi che ci si è proposti, specialmente quando l’obiettivo è rendere un po’ più felici persone che partono svantaggiate nella gara alla felicità.
Però non è affatto semplice.
Per sviluppare e condurre un buon progetto c’è bisogno di molte cose e la loro quantità dev’essere ben calibrata, non deve scarseggiare ma nemmeno essere troppo abbondante, proprio come quando si fa una torta!
Cultura. Tutto quello che sai del contesto e del problema che andrai ad affrontare. Le conoscenze tecniche, astratte o pratiche, che tu e i tuoi collaboratori possedete (scriverò meglio un’altra volta del Knowledge Management).
Spazio. Un luogo, anche virtuale, dove poter sviluppare le proprie idee insieme agli altri e tenere traccia della sua evoluzione. Un luogo in cui il progetto verrà condotto.
Tempo. Tempo per redigere il progetto, perfezionarlo. Tempo burocratico. Tempo per svolgerlo e per valutarlo.
E poi serve un’idea, un’intuizione attorno alla quale costruire tutto il resto. Ma, come ha detto uno che di idee se ne intendeva, Thomas Edison: “Il genio è 1% intuizione e 99% traspirazione”.
Tutti abbiamo idee, è come le si utilizza che fa la differenza!
Un’idea, anche geniale, è come materiale grezzo, bisogna saperla lavorare con arte, pazienza e con gli strumenti giusti per renderla un progetto efficace. È un percorso quasi artistico, un lavoro in cui ogni tanto si usa un contagocce, per aggiungere o sottrarre i più minuti e indispensabili dettagli, e ogni tanto si usa una mannaia per eliminare senza pietà le parti non indispensabili.
Gli strumenti di un progettista sociale sono così, servono per lavorare con perizia un’idea e trasformarla, ottimizzando spazi, tempi e cultura, in un progetto vincente.
Nella progettazione sociale tutti i progetti sono opere artigianali, non esiste una “produzione di massa di progetti vincenti”, tutti sono fatti a mano con amore e su misura per un determinato luogo, un determinato contesto e per determinati soggetti.
Avere gli ingredienti e avere gli strumenti non basta, serve un metodo, serve una “ricetta”. La vera bravura sta nel adattare quella “ricetta base” e migliorarla, adattarla al contesto, al proprio talento e alla propria esperienza. È questo che fa la differenza.
Il corso è strutturato come un’officina di idee in cui ai partecipanti viene dato il tempo, lo spazio e la cultura adatta per creare, in team, la struttura di un progetto, vengono loro forniti gli strumenti per lavorare ad un’idea e un metodo per svilupparla.
Ingredienti, strumenti e metodo per fare progettazione sociale: questa è solo una parte di ciò che il corso “Scrivere progetti vincenti” offre ai partecipanti. Il punto più importante è che ogni team imparerà ad adattare il metodo in base ai talenti, all’esperienza e alle conoscenze dei propri membri. Come ho scritto prima: è questo che fa la differenza.
Puoi avere un piccolo assaggio di come sarà il corso partecipando al nostro Webinar che trovi a questo link. I posti sono limitati.
SCRIVERE PROGETTI VINCENTI
mercoledì 5-12-19-26 maggio 2021