Mi chiamo Davide e sono nato 36 anni fa dall’amore di due siciliani emigrati a Trento per lavoro.
Cresciuto in una famiglia che non mi ha mai fatto mancare gli stimoli, mi sono sempre interessato ai computer e alla tecnologia (il mio primo commodore 64 l’ho ricevuto nel 1990 da un amico calabrese di papà, con una pletora di videogiochi e software di ogni tipo, ovviamente di dubbia provenienza), letteratura (ci sono stati periodi, nell’adolescenza, in cui leggevo 1 libro a settimana) e scrittura (i miei temi, dalle elementari alle superiori, venivano distribuiti tra i docenti per essere presi ad esempio nelle varie classi), per non parlare della matematica. Alle superiori mi piaceva “andare in marina”. Ma ero talmente curioso ed assetato di conoscenza, che finivo regolarmente per passare la giornata in biblioteca.
Grazie a tutte queste passioni, al momento della scelta universitaria, mi sono iscritto a…ingegneria civile. Che è vero, non c’entra assolutamente nulla. Infatti non mi è piaciuta, ed ho fatto il 3+5 anziché il 3+2. Però mi sono fatto molti amici.
A parte gli scherzi, mi ritengo un multipotenziale secondo la definizione che Emilie Wapnick ha dato nel suo TEDTalk “Perché alcuni di noi non hanno un’unica vera vocazione“. Per molto tempo ho ritenuto questa mia condizione una sorta di maledizione, invidioso com’ero di quel genere di persone che esce dall’utero materno con la certezza di quello che vuole fare da grande. Tramite il dottorato di ricerca e la fondazione di una startup tecnologica, in cui al momento faccio tutto (dal marketing alla programmazione algoritmica, dal grafico all’ingegnere civile – a volte pure l’autista del furgone!), ho capito che nel mercato del lavoro odierno la multipotenzialità può essere un valore aggiunto quando ben indirizzata, ed ho deciso di intraprendere un percorso più strutturato in cui questo corso di Open Innovation è la prima tappa.
Davide Trapani