Capita a molti. Pensare di avere una strada segnata e fare poi incontri, o scoperte, che aprono nuove vie. E di solito queste fanno la differenza. La nuova intervista, a cura di Lia Giuga, rivelerà ciò che ha fatto la differenza per il nostro Danilo Castelli, LinkedIn Specialist di Trentino Social Tank e formatore in ambito digitale.
Due motivi mi hanno portato a questa specializzazione: nel 2018 ho gestito due Master con durata annuale in digital marketing, uno dedicato ai content developer e l’altro ai digital strategist.
Mi sono occupato della progettazione e mi sono appassionato al marketing e al suo essere strategia e progettazione.
In quel caso non avevo bandi a disposizione, ma dovevo interessare le persone e coinvolgerle fino a farle partecipare alle proposte. Una grande sfida personale.
Organizzando i Master mi sono anche formato. Mi sentivo come chi desidera fare il cuoco e ‘ruba’ i segreti dei grandi chef. Prima ci si sperimenta con piatti semplici e poi si impara a cucinare piatti più complessi e raffinati.
Con questo stimolo ho deciso di partecipare ad alcuni corsi specializzati tra cui, nel 2019, quello con Mirko Saini, esperto di LinkedIn.
Da lì ho portato LinkedIn in TST e ho avuto la possibilità di fare test, raccogliere dati e provare nuove strategie. Alcune sono andate bene e altre male, ma ho imparato un sacco di cose fino a quando non sono stato pronto per formare anche io le persone e i gruppi di lavoro.
Bella domanda! Il legame è molto semplice: un’azienda per stare su LinkedIn ha bisogno di rendere protagonisti i propri dipendenti e condividere con loro processi, strategie, ma anche modalità di utilizzo. Per farlo deve coinvolgerli e creare dei momenti di facilitazione. Deve cioè fare, di fatto, formazione. Ed è proprio qui dove mi trovo a mio agio, perché posso fondere la mia esperienza in ambito formativo con quella del marketing.
Da quest’anno poi partecipo insieme con un gruppo di colleghi alla definizione del piano di marketing di TST, e porto anche questa esperienza ai miei clienti: lavorare con loro mi fa scoprire problemi nuovi, verificare nuove soluzioni e analizzare l’andamento del loro lavoro e dei contatti con i loro rispettivi clienti.
Da quest’anno mi dedico soprattutto alle aziende, ai gruppi di lavoro e a persone singole che vogliono fare come me, ovvero portare LinkedIn nella propria azienda. Perché? Perché linkedin è lo strumento migliore per trovare nuovi candidati e nuovi clienti nelle relazioni B2B.
È vero, ho creato due strumenti per aiutare i gruppi di lavoro e migliorare i loro processi produttivi:la Linkedin Table Map e la Team Guide.
La LinkedIn Team Map è un canvas che serve per allineare i team di lavoro nella strategia di LinkedIn. L’ho creata sulla base di ciò che ho fatto qui in TST e con i nostri clienti.
La Team Guide è una guida molto semplice, che le aziende possono regalare a tutti i loro collaboratori e dipendenti per aiutarli a capire l’importanza del proprio ruolo su questo canale.
L’altro progetto è pensato insieme a due persone con cui collaboro, Francesco Canuti e Mario Pagani, e riguarda un percorso più strutturato per formarsi su LinkedIn, un vero e proprio Master, che presenteremo il 6 maggio durante un Webinar gratuito, dove parleremo delle strategie LinkedIn attraverso un caso studio reale.
Nel mio lavoro è importante prima di tutto comprendere le relazioni tra le persone, per facilitare la loro interazione su LinkedIn. Ma anche comprendere i bisogni delle aziende in ambito digitale.
Il mio lavoro con LinkedIn rientra nella formazione digitale che porto nelle aziende: per comprendere le loro esigenze formative bisogna avere una certa sensibilità ed esperienza, ma anche curiosità e la voglia di continuare a formarsi insieme a una certa attitudine a sperimentare.
Sentirmi sempre sulla corda: mi piace avere sempre obiettivi nuovi, avere sempre un risultato da conquistare per sentirmi in costante competizione con me stesso. Mi piace essere sempre in tensione e cerco di avere una quotidianità basata sul cambiamento. Detta così, è un quadro stressante, ma è proprio questa l’energia che mi fa andare avanti.
Ho studiato Sociologia a Milano e al terzo anno della triennale ho scelto il curriculum dedicato a Cultura e Comunicazione, due ambiti che mi interessavano molto. Per la specialistica ho scelto di spostarmi da Milano e sono arrivato qui a Trento. Qui ho studiato ricerca sociale e poi ho svolto una Tesi sulla comunicazione.
Dopo gli studi ho iniziato a fare formazione, uno degli ambiti in cui può finire un sociologo quando cerca lavoro. Mi sono laureato nel periodo della crisi del 2008 e ci sono voluti 6 mesi prima che trovassi un lavoro stabile. Durante quel periodo ho affinato le tecniche di ricerca attiva del lavoro, che mi sono poi state utili per il mio primo incarico: tutor per un corso sulla ricerca attiva del lavoro.
Nel frattempo mi ero messo a fare l’educatore e così ad un certo punto lavoravo sia con i disoccupati che con i ragazzi con disagio.
Sono tutte state esperienze che mi hanno aiutato molto come formatore e come progettista dei processi formativi, una scoperta che è poi diventata una scelta professionale.
Mi sono specializzato nella progettazione: prima nei percorsi formativi finanziati, poi in proposte formative interne a TST ma fuori dai finanziamenti. Mi sono evoluto e sono diventato un progettista di ampio respiro che non si basava più sui fondi esistenti, ma sulle esigenze delle persone.
Di essere sempre curiosi, di continuare ad aggiornarsi, di fare esperienza e di calibrare sempre le proprie conoscenze e capacità tenendo conto del cliente che ha davanti: è bene non porsi mai su un piedistallo e capire sempre l’esigenza delle persone che si incontrano.