Evoluzione o trasformazione digitale? - Trentino Social Tank
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Evoluzione o trasformazione digitale?

Immagina di essere negli anni ’80 nel bel mezzo di un concerto rock, stai ascoltando inebriato le onde sonore che dal palco si infrangono sul pubblico, sul tuo viso. Tutti ascoltano la musica, tutti vivono il momento.

Poi prova a immaginare cosa vedresti oggi, quasi 40 anni dopo in un qualsiasi concerto. Probabilmente muri di smartphone fra te e il palco tenuti il più in alto possibile da braccia tese che cercano di riprendere e registrare il momento magico. Lo sguardo di tutti non è sul palco ma sui display, e il pensiero non è al qui e ora ma al momento immediatamente successivo in cui il video sarà condiviso sui social in rete.

Il cambiamento che l’evoluzione digitale ha portato con sé è sotto gli occhi di tutti, negli strumenti di informazione e comunicazione, nelle interazioni sociali, permea ogni aspetto della nostra vita. Ma abbiamo una idea di quanto velocemente questa trasformazione è avvenuta?

La potenza con cui il digitale si è affermato nelle nostra quotidianità può essere espressa da un semplice confronto. Negli Stati Uniti la Radio aveva impiegato trent’anni per raggiungere sessanta milioni di persone. La televisione ha raggiunto lo stesso livello di diffusione in quindici anni. Internet, dalla nascita del “World Wide Web” il 6 agosto 1991, ci ha messo soli 3 anni.

La nascita e la diffusione dello Smartphone ha accelerato questo processo. Si pensi che oggi ogni 60 secondi nel mondo ci sono 3,7 milioni di ricerche su google, 973 mila login su facebook, 4,3 milioni di video visualizzati su youtube.

Per quanto concerne il solo aspetto della comunicazione digitale, il cambiamento in atto non è solo nella quantità e nella velocità delle informazioni scambiate, o nella moltiplicazione dei canali di informazione, ma soprattutto nella rivoluzione della struttura della comunicazione.

All’epoca della comunicazione analogica la comunicazione di massa era caratterizzata dalla unidirezionalità del messaggio, da una struttura “da uno a molti”, dalla divisione dei ruoli fra emittente e destinatari. Ora emittente e ricevente hanno la possibilità di interloquire e scambiarsi i ruoli. Ognuno di noi può non solo rispondere a un messaggio ricevuto ma diventare egli stesso emittente e creatore di informazione, scegliendo fra una molteplicità di canali diversi. La comunicazione è diventata bidirezionale ed interattiva. Non solo, da tempo sono state superate le frontiere le nazionali e l’informazione ora viaggia in una rete globale. Siamo nell’era del “citizens journalism“.

Se da un lato oggi ognuno di noi ha la possibilità di essere sempre più informato, consapevole e attivo all’interno della società, dall’altra l’era digitale ha portato alla luce anche nuovi pericoli e distorsioni. Avvertiamo il bisogno sia di sistemi di autoregolazione e tutela dell’informazione, si pensi alla sola affermazione del termine “fake news“, sia di implementazioni del sistema normativo e giuridico legato alla privacy e al diritto d’autore.

Riuscite a immaginare cosa sta avvenendo nell’economia mondiale, nei modelli di business, nel web marketing?

Andrea Loss

1 Comment

  1. Lucian ha detto:

    Ciao, Andrea! Bel post, complimenti! Provo a rispondere alla provocatoria domanda finale: non è facile immaginare che cosa succede nell’economia mondiale, nei modelli di business, nel web marketing. Nello stesso momento in cui proviamo a immaginare, ciò che immaginiamo può diventare obsoleto, tale è la velocità con qui viaggia il nostro mondo a portata del click. Un bene, un male? A ciascuno la sua, di risposta. Io credo che la più grande sfida che ci pongono le straordinarie conquiste tecnologiche degli ultimi anni è in realtà una duplice sfida: la capacità di scegliere l’info accurata in uno smisurato oceano di informazione e l’autodisciplina per rimanere noi stessi padroni e gli aggeggi tecnologici i servi e non viceversa. Integro la mia risposta con un post che ho pubblicato di recente sul mio blog: http://www.rhetofan.com/blog/bellissimi-utilissimi-pericolosissimi.
    A presto,
    Lucian

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