Il mestiere di scrivere - Trentino Social Tank
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21 Marzo 2023

Il mestiere di scrivere

INTERVISTA AD ALESSANDRO CAVALLIN

Mi chiamo Alessandro e sono nato quarant’anni fa in provincia di Treviso. Mi sento mediterraneo e amo il mare, ma la vita è curiosa, e sono capitato in Trentino: vivo con il mio compagno Andrea a Rovereto.
I miei studi hanno seguito il filo della mia prima passione, l’arte, e, dopo essermi laureato, ho iniziato a lavorare in alcune ville venete, organizzando eventi culturali, matrimoni e visite guidate.
Verso i trent’anni, però, mi sono scoperto irrequieto: non ero sulla strada giusta. Allora ho tentato di capire dove dirigermi, frequentando corsi nei settori che mi attraevano, compreso quello della scrittura, che da tempo mi richiamava come una sirena.

Come hai conosciuto Trentino Social Tank?

Credo che la prima volta me ne abbia parlato un’amica che fa la videomaker: mi aveva suggerito di candidarmi come docente per tenere dei corsi nell’area dell’organizzazione (per qualche anno ho lavorato anche come professional organizer). Cosa che in realtà credo di non aver mai fatto, perché nel frattempo ho scoperto che venivano già organizzati, e che erano tenuti dalle mie amiche ed ex-colleghe di Organizzatessen.
Nel tempo, poi, tornavo a incrociarvi ogni volta che cercavo un corso interessante in Trentino, e ho iniziato a seguire sui social le vostre interessanti iniziative. Ma, fino al 2021, non ho avuto modo di interagire davvero con TST.

Ci racconti gli ambiti in cui ti sei formato e le prime esperienze di lavoro?

Ho seguito il corso di Web Writing a TST, ma anche un master in editing e correzione di bozze (Saper Scrivere), uno in web copywriting (PennaMontata), un corso per web content writer (Enac Verona), dei corsi di social media e scrittura SEO, e, nel 2021, ho mosso i miei primi passi come libero professionista nel campo della scrittura. I primi mesi non sono stati semplici: senza un portfolio è difficile far capire il proprio valore.
Per fortuna, tramite alcune piattaforme online di ricerca di professionisti, sono riuscito a ottenere alcuni lavori per i quali non era richiesta esperienza, ma occorreva solo fornire una prova tecnica di abilità nella scrittura.
Ho iniziato così a collaborare come ghostwriter con un’agenzia, ma ho mollato quasi subito: il lavoro era troppo e mal pagato. Ma anche questo fa parte del gioco: è stata un’occasione per capire che sotto una certa soglia minima non avrei più lavorato. Da quell’esperienza in poi le cose sono andate meglio.

Come ti sei avvicinato al mondo della comunicazione e della scrittura?

Dieci anni fa avevo frequentato un corso di scrittura creativa, di quelli per dilettanti. Mi era piaciuto molto, e dopo ho continuato a scrivere: piccoli racconti, prove di romanzi… Nel 2019 mi sono iscritto al master di Tecniche della narrazione di Scuola Palomar e al corso per web copywriter Copy42 di Pennamontata. Ma sempre per interesse personale, non credendo di poter far diventare la scrittura il mio lavoro.

Poi è arrivata la pandemia: ho perso il lavoro, ho capito di dovermi riqualificare e ho deciso: avrei lavorato con le parole. Ho cercato dei percorsi davvero formativi, e ho passato tutto il 2021 a studiare. Iniziando proprio con il corso Web Writing di TST, con Barbara Bernardi.


Oggi di cosa ti occupi?

Attualmente ho tre collaborazioni continuative:
Una come editor, per un’agenzia che gestisce vari blog,  per la quale, oltre alla sistemazione degli articoli, svolgo anche attività di controllo delle fonti e di ottimizzazione SEO.

Una seconda collaborazione con un’agenzia che cura l’e-commerce di un grosso marchio, e per la quale lavoro come correttore di bozze.

E la terza è come content writer, per un’agenzia che mi commissiona articoli per differenti blog. Si tratta di una realtà internazionale, e io sono uno degli scrittori per l’Italia.

Infine, da un paio di mesi ho iniziato un quarto incarico, che spero diverrà continuativo: un’agenzia di comunicazione che mi commissiona i testi per i siti web che crea.

Entrare di volta in volta dentro realtà differenti e trovare le parole per raccontarle è una sfida che mi appassiona molto, e che mi piacerebbe continuare.

Cosa conta di più nella tua quotidianità?

La libertà. Diventando libero professionista, ho capito cosa mi rendeva sempre irrequieto in precedenza: essere dipendente non faceva per me. Ho bisogno di sapere che sono io a decidere a che ora puntare la mia sveglia, a che ora iniziare a lavorare e a che ora pranzare! Ho bisogno di decidere quanto tempo dedicare al lavoro e quanto alle relazioni con chi amo e ai miei interessi. Da dipendente, insomma, sentivo di non avere il controllo sulla mia vita. 

Inoltre, ho eliminato l’effetto routine, che mi stava intristendo, scaricando e annoiando: ora ogni giornata è organizzata in modo diverso, faccio più attività fisica, e sono molto più produttivo.
Infine, libertà è anche lavorare da dove desidero. Mi basta avere il portatile con me e posso farlo ovunque. Ho lavorato dalle spiagge della Croazia, da Vienna, in treno, dagli aeroporti!

Cosa diresti a chi si approccia al mondo del digitale ?

Di formarsi bene e di studiare, perché è un settore dove la concorrenza è molto alta, ma ci sono anche molte persone che si improvvisano. I clienti, però, capiscono e apprezzano una buona preparazione più di quanto pensiamo.

Insomma, fa la differenza.

E, per questo, non bisogna svendersi. Lo fa proprio chi si improvvisa, tentando di prendere più lavori possibile. Queste persone finiscono per svalutare professioni come la mia, ma anche come quelle del social media manager, del videomaker, del traduttore, e di molte altre che gravitano attorno al digitale. Temo sia un fenomeno tutto italiano, da contrastare. Io, infatti, ho deciso di non svalutarmi: ho impostato la mia tariffa minima, sotto la quale preferisco non lavorare. E, in realtà, vedo che i lavori arrivano. Insomma, se siete bravi, non abbiate paura di chiedere quanto meritate!

Infine, consiglierei di tenersi sempre aggiornati. Il grande tema del momento è quello delle intelligenze artificiali, che stanno scombinando le carte in tavola in modo rapido. Non credo che ci ruberanno il lavoro, ma lo stanno già rivoluzionando molto; e, se non si imparerà a usare questi strumenti, ci si troverà fuori dal mercato.

 

 

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