Questo articolo nasce dalla volontà di coniugare due concetti di cui si parla molto: il lavoro agile e la partecipazione delle persone. Il primo è un tema di cui si parla da decenni ma salito alla ribalta delle cronache negli ultimi due anni. Il secondo invece è ciò che contraddistingue da sempre lo sviluppo della società umana, il mettersi insieme per creare opportunità di sviluppo. Oggi questi due concetti sono accomunati da una prospettiva fortemente dicotomica:
nel primo caso troviamo da un lato aziende che hanno revocato ogni possibilità di lavoro a distanza portando malumori e dimissioni
dall’altro lato aziende che hanno deciso di fare della fiducia e della responsabilità i valori al centro del loro percorso valutando il lavoro agile come un punto di forza. Nel secondo caso troviamo persone che sono molte coinvolte nel loro lavoro e persone che sembrano essere li per puro caso.
Ho riunito questi due elementi perché trovo che facciano entrambi parte di una prospettiva sia aziendale che personale. Il lavoro agile impatta sulla vita delle persone e sul business, la partecipazione ugualmente impatta su entrambe le dimensioni. Per intenderci, il lavoro agile non serve solo per accontentare chi non ha voglia di vestirsi e stare nel traffico così come la partecipazione può rendere qualcosa di normale estremamente vincente o estremamente demotivante.
La sensazione è che non si riesca o non si voglia vedere che se ricerchiamo uno sviluppo personale e aziendale la strada da intraprendere può essere solo una. Ma non è così facile. Per me il modo migliore è quello di partire ponendosi alcune domande:
Ci sono alcune motivazioni oggettive per le quali l’approccio scelto può risultare più conservativo. Creare un sistema collaudato di lavoro agile può richiedere tempo e supporto non indifferenti. È sicuramente più comodo chiedere a tutte le persone di recarsi sul luogo di lavoro ogni giorno, timbrare e svolgere le loro attività sotto gli occhi vigili di imprenditori e manager. Allo stesso modo, fare azioni per stimolare la partecipazione attiva delle persone richiede sforzo e capacità di condivisione. Tutti elementi che prevedono un base di partenza ambiziosa e a tratti visionaria.
Le domande che a questo punto mi pongo sono:
È difficile pensare che sia una questione di ore lavorate o di presenza fissa, molto di più di partecipazione attiva e stimolata. Come diceva Leonardo Del Vecchio non importa avere operai che passano 14 ore al giorno al banco di lavoro ma avere persone che quando lavorano lo fanno con la voglia di dare un contributo di alto livello.
In conclusione mi rivolgo con una domanda a chi nelle aziende si occupa di prendere decisioni e di stabilire cosa è meglio per il bene comune. Quanto sono importanti le persone che vivono ogni giorno la tua realtà e quanto pensi che possano contribuire allo sviluppo del tuo business?
Creiamo punti di partenza, strade e prospettive di sviluppo ambiziose.