Come anticipa il titolo del seguente articolo (e no, non è una provocazione) lo Smart Manager esiste da più tempo di quel che si pensa. Ne è un esempio longevo la multinazionale americana 3M fondata nel 1903 a Minneapolis e dedita alla produzione di scotch e post-it. Essa è stata considerata dagli studiosi di organizzazione una vera e propria innovazione da imitare: la sua struttura “piatta” e il suo approccio “strutturale” alla ricerca e allo sviluppo la collocano due passi avanti rispetto alla maggior parte delle aziende risalenti ai primi anni del XX secolo. Addirittura, leggenda vuole che il dettagliatissimo organigramma della società sia gelosamente conservato nel terzo cassetto in basso della scrivania dell’amministratore delegato.
Dunque, possiamo azzardarci a definire lo Smart Management un “fenomeno d’altri tempi”.
Se all’inizio del secolo scorso lo Smart Management era sconosciuto a molti, oggi giorno, in tempi di Smart Working, esso è fondamentale!
Infatti, a causa della recente emergenza sanitaria, molte imprese si sono trovate a dover implementare il lavoro agile e, di conseguenza, ad adottare (con qualche difficoltà) un approccio smart nella gestione delle proprie risorse umane per mantenere integra l’attività lavorativa.
Più precisamente, lavorare in un’ottica di Smart Management significa:
Molti affermano che un’organizzazione che intraprende questo modello di gestione andrà incontro a diversi vantaggi come un aumento della produttività, nonché un miglioramento del benessere aziendale.
Lo Smart Manager è una figura professionale che negli anni è stata in grado di determinare un vero e proprio cambio di paradigma all’interno del contesto aziendale!
Come sottolinea Gianni Previdi nel suo libro #SmartManagement, l’affermazione di questa nuova tipologia di leadership avviene quando l’autoritarismo manageriale del “fate come vi dico” viene sostituito con l’autorevolezza manageriale, ovvero una leadership vera e riconosciuta da tutti perché in grado di:
Come abbiamo visto, qualche accenno di smart management è riscontrabile già nel secolo scorso. Tuttavia, esso ha preso piede solo negli ultimi anni. Qual è il motivo di tale ritardo?
Ne possono essere elencati diversi (difficoltà tecnologiche-economiche-finanziarie), ma certamente non si può non citare la paura del cambiamento che può attanagliare anche i più intraprendenti. Uscire dalla propria comfort zone è difficile, per tutti, e per questo è comprensibile come il passaggio da una struttura fortemente gerarchica basata sul controllo a una direzione per obiettivi basata sulla fiducia abbia spaventato molti manager, sia delle grandi che delle piccole imprese, ritardando così un cambiamento organizzativo di un certo spessore.
In conclusione, nonostante le opportunità di sviluppo passate, lo Smart Management si sta affermando solo negli ultimi anni per tutta una serie di eventi ed invenzioni. E’ fondamentale non bloccare tale fenomeno ma accoglierlo e aiutarlo nella sua piena affermazione!
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