“Viviamo nel migliore dei mondi possibili” affermava qualcuno¹ secoli fa. Oggi invece basta guardarsi un po’ attorno per rendersi conto di come siano sempre di più quelli che dissentono con tale affermazione e che si dedicano attivamente a cambiare qualcosa della nostra società, a correggere quello che reputano sbagliato o a spostare l’attenzione su argomenti che spesso sono poco considerati. Cambiare qualcosa nella nostra società, anche qualcosa di apparentemente piccolo, non è però un compito né semplice né scontato e richiede delle competenze e delle capacità non comuni. Oltretutto chi possiede queste abilità è sempre più ricercato dalle imprese del terzo settore. Ma quali sono queste competenze?
¹Quel qualcuno era il filosofo Gottfried Wilhelm von Leibniz il quale, nei ritagli di tempo, inventò l’informatica 400 anni fa.
Chi vuole operare efficacemente in un contesto deve conoscerlo il meglio possibile. È cruciale conoscere non solo le norme che regolano quel “territorio” ma anche il modo di vivere e di pensare di chi lo abita. Non basta infatti un’impressione superficiale ma è necessario saper raccogliere e analizzare i dati più significativi, saper scavare a fondo fino a capire su quali ambiti concentrarsi per produrre un forte impatto sul resto della società. Per capire questo basta riflettere su qualcosa di scontato: un intervento che funziona benissimo in una grande metropoli potrebbe non avere lo stesso impatto se riproposto in un piccolo paesino abbarbicato su una montagna e viceversa.
Ogni intervento ha un costo, anche solo quello del tempo necessario per progettarlo e per attuarlo. Se le risorse non sono sufficienti anche l’intervento potenzialmente più efficace si ferma e non produce alcun cambiamento. Saper quantificare le risorse necessarie e sapere come fare a procurarsele è quindi un’altra competenza indispensabile per poter attuare interventi significativi.
Tutti abbiamo un’idea geniale che ci frulla per la testa, per renderla operativa è però indispensabile saperla esprimere in modo sintetico e chiaro. Questo passaggio permette di condividere l’idea con altre persone coinvolte, raccogliere le loro critiche e i loro consigli, migliorando in questo modo l’intervento stesso. Se l’intervento coinvolge anche dei partner o la pubblica amministrazione si deve essere capaci di redigere la documentazione necessaria in modo corretto.
Dopo aver analizzato a fondo il contesto, aver quantificato e raccolto le risorse, aver progettato e condiviso il progetto è ora di attuarlo! Ma come? Probabilmente dovrete imparare a gestire efficacemente il vostro tempo e a coordinare un gruppo di lavoro, dovrete tenere i contatti con altri partner coinvolti in modo che tutto funzioni come avevate programmato. È importante anche imparare a valutare in modo analitico l’andamento e l’impatto dell’intervento in modo da poter approntare le modifiche necessarie per migliorarlo.
In effetti non è semplice. Acquisire da soli queste abilità richiede tempo, pazienza e molti tentativi. Queste competenze possono però essere trasmesse efficacemente in un ambiente adatto, con insegnanti capaci e studenti motivati e predisposti. Seguire un corso come quello è il primo gradino prima di poter cambiare il mondo.
Perché non conta quanto esiguo l’inizio possa sembrare: quello che è ben fatto una volta è fatto per sempre. Ma preferiamo stare lì a parlarne: la definiamo la nostra missione. La riforma ha un gran numero di giornali al proprio servizio, ma non un solo uomo.
Henry David Thoreau, 1817-1862
NON PROFIT PM: Design e Management per progetti ad alto impatto
Un percorso full time da ottobre 2020 a luglio 2021 a Trento