Solitamente ci basiamo su trend, dati statistici, confronto con gli altri mercati.
In questo momento è però intervenuto un elemento nuovo, che crea scompiglio e ci impone di fare previsioni un po’ alla cieca, non suffragate dall’analisi di solidi dati storici.
Pur in questa incertezza, è doveroso riflettere su quelle che sono le probabili linee di sviluppo delle nostre aree di interesse. Senza punti di riferimento non potremmo infatti prendere decisioni su come ripensare il nostro modello di business.
Ho quindi ipotizzato alcuni possibili trend che ritengo caratterizzaranno il mondo della formazione nel prossimo futuro:
Formazione online: scontato dirlo, ma non si può certo sorvolare. La familiarità che stiamo acquisendo con Zoom, Meet e Gotomeeting non sarà invano. Una parte di coloro che si dimostravano reticenti alla formazione a distanza ne stanno ora apprezzando i vantaggi. E’ verosimile pensare che questo apprezzamento, dopo un fisiologico calo successivo alla conclusione del lockdown, si riassesterà su livelli superiori rispetto alla situazione precedente. Anche prima delle misure adottate dall’emergenza Covid-19, Research and Markets prevedeva che entro il 2025 l‘industria dell’eLearning avrebbe raggiunto un valore di mercato a livello mondiale di 325 miliardi di dollari (eLearning – Market Analysis, Trends And Forecasts |2019). Un dato che dovrà essere rivisto.
Soft skills: ci aspettano tempi incerti, nei quali alcune soft skills sono ancora più importanti. Ai manager si chiede oggi più di prima di saper mettere in discussione i modelli di business, di adottare soluzioni creative in tempi molto brevi, di saper gestire gruppi di lavoro i cui componenti sono fisicamente distanti fra loro. Serviranno capacità di trovare soluzioni creative, flessibilità nell’adottare velocemente metodi di lavoro nuovi, ottime doti comunicative. E questo tipo di skills si può imparare, o quantomeno allenare.
Tools e app: Zoom, GoToMeeting, Google Drive, Trello, Slack, Asana, Jamboard. Le app che facilitano lo smart working sono potenzialmente infinite. Una volta integrate nei processi di lavoro possono davvero fare la differenza. Adottarle richiede però tempo e impegno. E formazione. In questo caso spesso si tratta di autoformazione fatta con tutorial e guide disponibili online. E veniamo al prossimo punto.
Autoformazione: stiamo imparando ad orientarci nell’enorme offerta formativa che c’è online. Le
risorse c’erano anche prima, ma ora ci siamo presi il tempo di seguire quel blog che ci incuriosiva, di ascoltare un paio di podcast di cui avevamo sentito parlare, di seguire webinar e dirette Facebook sui temi più fantasiosi. E anche chi considerava la formazione come una prerogativa aziendale, e aspettava quindi le indicazioni del capo, in queste settimane si è messo alla prova con il difficile compito di scegliere. Già perché se l’offerta è potenzialmente infinita, la scelta delle attività formative utili a farci raggiungere i nostri obiettivi non è cosa da poco. I rischi sono: sbagliare il tiro e investire risorse in proposte magari interessanti ma non focalizzate; sentirsi disorientati a causa dell’abbondanza di possibilità e non superare il momento della scelta; essere affetti da bulimia formativa, divorare qualsiasi cosa e disperdere molte energie. Una sfida per il futuro.
Network: è a questo che servirà la formazione in presenza. Ci incontreremo per coltivare le relazioni, che sono una parte fondamentale della formazione (almeno come la intendiamo noi di Trentino Social Tank). Saranno vincenti le proposte blended: online i concetti, la famigerata teoria, che, checchè se ne dica, è molto importante; in aula il confronto, le esperienze, i feedback, la sperimentazione.
E allora rimbocchiamoci le maniche, c’è parecchio da fare.