PROMUOVERE LE AZIENDE RACCONTANDO IL TERRITORIO
Il rapporto tra impresa e il territorio è un argomento di studio di molte discipline: il management, l’urbanistica, l’ecologia e la sociologia; studi quasi sempre finalizzati a capire come preservare il territorio garantendo una buona socialità, in ragione dell’approccio spesso predatorio imputato alle imprese, che arriva alla convinzione – specie per le multinazionali operanti nei settori mass market – che “produrre in un’area o in un’altra non fa alcuna differenza”.
Quando invece un prodotto (e quindi l’impresa) “interiorizza” quel territorio, ecco che le cose cambiano. Se ormai il mercato ha scontato le dop e le docg sulle produzioni alimentari – il prosciutto San Daniele, il Brunello di Montalcino, il lardo di Colonnata, il parmigiano reggiano -, sempre più la tendenza alla “dopiziazione” dei prodotti si fa largo nelle preferenze dei consumatori. Una scarpetta da arrampicata prodotta ad Agrate Brianza, avrebbe lo stesso appeal di una confezionata ai piedi della Torri del Vajolet? E se volessimo acquistare una tavola da surf? Probabile che la nostra mente ci porti già a Malibù, alla ricerca di un artigiano, che “solo lì” si può trovare. Bottega Veneta, nonostante la proprietà francese abbia spostato la sede in Svizzera, non può che mantenere la produzione del suo “intrecciato” a Montebello Vicentino. Oppure: è immaginabile una Ferrari o una Lamborghini costruita fuori dalla motor valley? Probabile che chi compra una Ferrari (o una Lamborghini naturalmente) sia interessato anche alla storia di Enzo e di Ferruccio, che, se ci si pensa bene, solo quel territorio ha potuto originare. Lamborghini, così come La Sportiva o la Bear non “usano” il territorio, ma se ne “nutrono”; hanno quindi tutto l’interesse a coltivarlo, difenderlo e quindi a raccontarlo ed è questo un nuovo terreno per il marketing strategico.