Una vita in trasformazione - Trentino Social Tank
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Una vita in trasformazione

INTERVISTA A MARIKA MOTTES

Dopo la mia ultima esperienza lavorativa come responsabile marketing & comunicazione in un’azienda trentina di arredo urbano e parchi giochi, ho capito che quella non era la mia strada e mi sto rimettendo in gioco in ambiti a me più affini, come quello turistico e culturale e della scrittura creativa in italiano e inglese.

Come hai conosciuto Trentino Social Tank?

Ho conosciuto TST nel 2019, partecipando a due esperienze: il corso Esperto in Web Marketing e Social Media Manager e il percorso CHANGEMAKING: pratiche di rete per il terzo settore per il “Rafforzamento dell’economia sociale”, proposto dal Servizio Politiche Sociali della Provincia di Trento. In entrambi i casi ho sperimentato una crescita personale tanto bella quanto inaspettata, sono stati un’eccezionale occasione di confronto e scambio con altri professionisti, sia docenti che corsisti.

L’aspetto delle relazioni umane è stato molto significativo, tanto che sono tutt’oggi in contatto con quasi tutti i professionisti incontrati nei corsi TST. Con alcuni di loro ci sono state delle collaborazioni per progetti di scrittura e radio a distanza di tempo. Anche con i docenti è rimasto sempre attivo un canale di scambio e confronto reciproco sui temi affrontati. Devo dire che nella mia esperienza personale questo è stato un episodio più unico che raro.

Marika Mottes con le bloggers livingwomen Masha e Federica

Ci racconti come ti sei avvicinata al mondo della comunicazione digitale?

Considero la scrittura e la comunicazione digitale una grande passione che nel tempo, attraverso una serie di esperienze formative e professionali, è diventata la mia occupazione principale.

Nel 2011 sono stata co-fondatrice del blog e progetto culturale Womenoclock, di cui ho ideato la parte web e curato la mostra Lontane dal Paradiso. La mostra è stata presente alla Biblioteca Comunale della sede centrale di Trento nel 2011 e riproposta nel 2013 a Palazzo Thun come parte dell’edizione del Festival dell’Economia: un evento organizzato in collaborazione con il Comune di Trento.

Nello stesso periodo, ho frequentato il seminario intensivo di web-writing presso ManagerZen Rimini “Le parole al lavoro: dalla carta al web” di Luisa Carrada (autrice del libro e blog founder de “Il mestiere di scrivere”).

Ma il vero punto di svolta è stato nel 2012. Infatti, tutto è cominciato quando, insieme a un’amica di Milano, ho deciso di creare Livingwomen.net, un blog e collettivo indipendente che inizialmente era di 2 persone e nel corso del tempo è arrivato a contare 12 collaborazioni. È nato un po’ per gioco e pian piano è diventato uno spazio di confronto trasversale attorno ai temi della cultura, della figura femminile, della fotografia e anche del territorio. Abbiamo iniziato intervistando personaggi e realtà che ci sembravano interessanti in Trentino Alto Adige con l’idea di creare un legame tra il reale e il virtuale e, qualche volta, siamo anche uscite dal nostro territorio regionale. Ho trascorso 4 anni in Inghilterra e quando sono rientrata in Trentino le persone attorno a me dicevano “qui non si fa niente, non ci sono stimoli”. In realtà, le iniziative c’erano, ma spesso non venivano veicolate. Così il blog poteva rappresentare lo strumento con cui colmare questo gap e promuovere le attività culturali del territorio.

Man mano che il blog cresceva, cominciavo a utilizzare strumenti tecnici più specifici per poter meglio conciliare questa attività con la vita personale e il lavoro: calendario editoriale, pianificazione delle interviste, programmazione dei contenuti.

Nell’ottica di perfezionare questo percorso di sviluppo del blog, e in stretta relazione con il mio lavoro principale nel settore turistico in un hotel di 4 stelle, dove seguivo anche tutta la parte digitale (social, blog, contenuti del sito), ho deciso di frequentare nel 2015 il Master Online in Social Media Management, Strategie di comunicazione e strumenti per il social media management di Ninja Academy.

Tutte queste esperienze mi hanno fatto appassionare sempre di più alla comunicazione digitale, tanto che nel 2016 mi è stata proposta una Docenza freelance per un corso finanziato dalla Regione Veneto dal titolo “Work Experience di tipo specialistico in web marketing turistico”.

 

Oggi di cosa ti occupi?

A dire il vero sono in una fase lavorativa in evoluzione. 

Ho lavorato due anni in una grande azienda del Trentino nel ruolo di responsabile marketing e comunicazione. Sono stati due anni tosti, ho imparato moltissimo però, allo stesso tempo, ho capito che un ambiente aziendale dove ci si occupa principalmente di promozione dei prodotti non è quello che mi si addice. Mi sono venuti a mancare gli aspetti più creativi e il rapporto interpersonale (ero da sola nel mio ufficio e non avevo un confronto con altri che si occupassero di questi temi). 

Ad appesantire questo quadro, si è inserita la scelta di rinunciare temporaneamente alla gestione del progetto LivingWomen.net, dopo 10 anni: un po’ per il Covid, che ha reso più complicata la vita di tutte le collaborazioni e la gestione della programmazione per come era stata sino ad allora, un po’ per l’onere del nuovo lavoro. 

Così, dopo anni frenetici, ho deciso di prendermi il tempo e lo spazio necessari per interrogarmi sui miei reali desideri e per rivalutare le mie competenze, sia personali che lavorative. 

Inoltre, ora i miei due figli sono grandi e come donna e madre divorziata sento di poter fare nuovamente questo tipo di ragionamento su me stessa. Vorrei anche essere per loro un esempio concreto su come perseguire un punto di equilibrio tra ciò che “si deve fare” e le proprie aspirazioni

Credo che diversamente non ci possa essere “felicità” per nessuno: dovrebbe essere un punto fermo da cui ripartire in generale, nonostante oggi sia particolarmente difficile guardare al futuro.

E quali sono oggi le tue aspirazioni?

Intanto ho lasciato quel lavoro e sto cercando di tornare nell’ambito del turismo, che sento più affine al mio mondo. 

Sto anche valutando la possibilità di fare un lavoro freelance nel mondo del digitale, quindi non necessariamente legato a un singolo brand.

Vorrei occuparmi di scrittura creativa, di copywriting e di traduzione, sfruttando la mia conoscenza della lingua inglese. Insomma, mi sto guardando intorno anche perché il digitale sta cambiando tanto in questo periodo. Il mondo dei social non è mai stato messo in discussione come oggi, anche dagli addetti ai lavori. Pensiamo a Facebook, il re dei social network di 10 anni fa, oggi diventato uno strumento di self branding in cui le aziende faticano a  creare strategie di marketing efficaci, sia per gli algoritmi che cambiano più frequentemente, sia per l’arrivo di nuove piattaforme come Tik Tok o l’affermarsi di canali alternativi, come Instagram. Ma serve anche favorire un utilizzo corretto ed etico dello strumento: mi riferisco alle questioni di carattere sociale sollevate dal documentario Netflix “The social dilemma”. C’è da interrogarsi parecchio.

Cosa conta nella tua quotidianità?

Vista la  fase di rivoluzione e cambiamento, la cosa più importante adesso è informarmi e aggiornarmi. La formazione è la nostra alleata più forte, a maggior ragione in un contesto come quello digitale e dei social, talmente veloce che, se non ci si riqualifica costantemente, si rischia di essere fuori tempo e fuori luogo in un attimo.

E poi per me oggi conta ritrovare un equilibrio tra le mie attitudini e le incombenze di pura “sopravvivenza economica”, che avevo completamente smarrito.

Cosa diresti a chi si approccia al mondo del digitale?

Di mantenere un certo distacco: già nel quotidiano rischiamo di essere fagocitati dal mondo digitale, ma lavorandoci il rischio è più alto.

Così, a chi si approccia al mondo del digitale dico: concedetevi degli spazi vuoti di riflessione, dei momenti nella natura lontani dalla tecnologia, magari di lettura su carta, che è cosa diversa dal farlo su un device perché attiva aree differenti del cervello. 

Non perdete il contatto con la realtà: il digitale è un mondo che bisogna saper criticare, in cui osservare con attenzione anche il proprio ruolo e le proprie responsabilità.

Conta capire in quale settore del digitale voler lavorare e formarsi, approfondendo la parte tecnica ma tenendo sempre a mente l’etica del proprio lavoro. 

Per chi scrive: serve ragionare sulla forma, sul rispetto dei nostri interlocutori, o lettori, e di noi stessi, soprattutto quando ci lasciamo andare a un piccolo commento, solo apparentemente innocuo e senza valore. 

Come professionisti, infine, non dimentichiamo mai di stare lontani da fenomeni come le fake news, la manipolazione della verità, il cyberbullismo o l’online hate speech, che purtroppo fanno parte degli altri aspetti più negativi del mondo in rete. 

Del resto siamo nel bel mezzo di una guerra che è anche informatica.

 

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