Lo avrete notato anche voi, vero, quanti sono i corsi sulla scrittura creativa e per il web?
Io stessa, che me ne occupo da un po’ di anni ormai, sono perplessa e forte (o debole?) di un Super Ego, talvolta ingombrante, mi chiedo… perché anche io?
Per rispondere, e non farne un fatto personale (per il quale mi riservo un pomeriggio di afflizione con la promessa di scriverne!), ho deciso che valeva la pena proporre un ragionamento, assumermene certo la responsabilità, ma condividerlo con chi queste questioni le affronta ogni giorno per lavoro.
La formazione sulla scrittura web è per me un percorso, solo poi diventa concretamente il lavoro in aula.
Non solo per me, ma anche per chi vi partecipa.
Ecco perché uso volentieri la metafora del viaggio e dell’importanza dei suoi preparativi.
Immagino il momento in cui si radunano carte, libri, mappe e itinerari per studiare i luoghi della meta scelta: un viaggio prima del viaggio che permetterà, giunti a destinazione, non solo di vivere ciò che si attendeva, ma anche di amare la scoperta e di accettare di perdersi, certi della mappa mentale e reale preparata in anticipo.
Nel preparare un percorso di web writing parto da lontano, là dove le parole mostrano il loro meglio, nelle pagine letterarie e talvolta nella metrica della poesia (qui con una reverenza che ancora mi intimidisce). Lo faccio perché credo che proprio questa sia la strada per arricchire di valore ed efficacia l’uso delle parole nel web.
Così, dicevo, faccio io mentre penso al lavoro in un’aula di web writing.
Preparo il viaggio, scelgo le guide, disegno le traiettorie sulla mappa e condivido con i partecipanti panoramiche dei luoghi e diversi punti di vista.
La formazione nella scrittura per il web è soprattutto fatta del viaggio prima di raggiungere la meta, un percorso a tappe che si carica di scoperte, di saperi, delle esperienze degli altri e aiuta a liberarsi di chiusure e cattive abitudini.
Perché chi partecipa a un corso di web writing, e vorrà scrivere per il web, è bene assomigli a un viaggiatore e non a un turista.
Il web, come luogo, terra e meta, non si consuma ma si raggiunge e poi attraversa con una preparazione e una curiosità alimentata nel tempo.
Un viaggio prima del viaggio.
Si arriva nel web dopo aver camminato, con lentezza e zaino in spalla, attraverso le terre delle parole e del narrare: lo sentite anche voi il piacere della scoperta, dell’esplorazione e i passi che si fanno più convinti e pronti a guardare veramente i luoghi attesi?
Così è anche nel web, la scrittura qui non è solo tecnica, conteggio delle parole, SEO o analisi del target, e per viverla, con piacere e professionalità, è bene arrivarci preparati, consapevoli e allenati.
Perché un viaggiatore felice è il miglior narratore di luoghi.
(Attenzione che ora mi prende una certa dinamica spirituale… ma aiuta, credete, aiuta).
Sì, l’ho già visto molte volte. Certo occorre allenarsi, ascoltare i testi dei grandi e di tutti gli altri e scrivere, con costanza. Ma il solo fatto di porre un’attenzione consapevole e preparata ai testi, cambia praticamente tutto.
La differenza, tra chi oggi scrive per il web, la fa la qualità del tempo dedicata ai preparativi del viaggio, per restare un’ultima volta nella metafora.
Più ci occupiamo di questa fase più sapremo essere professionisti della scrittura consapevoli e con un alto tasso di adattamento ai contesti: tornare a leggere, recuperare la forza metrica della poesia, rispettare le parole e uscire dai luoghi comuni, scrivere e riscrivere, rispettare il testo e il lettore.
Anche quando qualcuno si ostina a dire che sul web si legge poco, una scusa per realizzare testi sempre uguali, letti-visti-rivisti, che nessuno nota più come le strade che facciamo tutti i giorni.
Ma il web writer viaggiatore non si arrende, mette nello zaino libri, taccuino, penna, computer, e si mette in cammino.
Mi sono fatta seria, proprio alla fine, è che anche questo breve cammino è finito e, ora, tocca a chi legge partire e dire la propria.