Si avvicina l’estate, le restrizioni COVID sono ormai al minimo e molti sentono l’esigenza di vivere un’estate “normale”: godere di mare e montagne, serate all’aperto e musica, ritrovarsi con amici che non si vedono da un po’. Lo smart working sembra essere uno strumento perfetto per viaggiare senza bruciarsi troppi giorni di ferie. Si parla di weekend lunghissimi, sessioni di lavoro a bordo piscina, etc etc.
Ma è davvero così facile? Ha davvero senso? In questo articolo provo a darti la mia visione di questo tema, emergente ma complesso.
Partiamo con un po’ di concetti, per mettere le carte in tavola.
La pausa è l’apostrofo rosa tra le parole lavoro e lavoro (e ancora lavoro)?
Secondo me, no. La pausa, intesa come quella per il caffè, il pranzo, ma anche il weekend o le ferie, ci serve per riprendere energie, riposare corpo e mente e recuperare freschezza e sprint. Certo, per affrontare di nuovo e con slancio i nostri impegni di lavoro, ma soprattutto per stare bene e in salute.
Smussare i confini tra lavoro e pausa comporta dei rischi soprattutto per la seconda, che rischia di venire “erosa” o di non essere “di qualità”, e quindi di non garantirci il necessario recupero e ristoro.
Le vacanze sono il tempo per curare le nostre passioni e dedicarci ai nostri affetti.
Quando pensiamo di mischiare lavoro e vacanze è importante tenerlo a mente e magari immaginare un “livello minimo” di non-lavoro da rispettare.
I modelli organizzativi che stanno prendendo piede in molte aziende, prevedono una maggiore autonomia dei lavoratori, sia dal punto di vista dell’orario di lavoro che del “portare a termine” i propri compiti.
Se mi è chiaro quali sono i miei compiti e come si collocano nel più ampio processo produttivo, sarò in grado di decidere con più libertà quando e come portarli a termine e coordinarmi con i miei colleghi.
Diventa piuttosto semplice individuare alcune attività e compiti che sono VERAMENTE conciliabili con un periodo di vacanza o di lavoro “a bassa intensità”.
Se ho già un buon grado di autonomia nell’organizzazione del lavoro, resta ancora un vincolo da sciogliere: la collaborazione SINCRONA con i colleghi.
Abbiamo imparato a lavorare insieme ai nostri colleghi stando in luoghi separati: riunioni o lavoro spalla-a-spalla, scorrono senza intoppi* su zoom o meet. L’importante è possedere le competenze digitali minime per utilizzare le piattaforme, delle BUONE competenze di meeting management e una connessione stabile.
Posso lavorare praticamente da ovunque se il contesto, cioè l’ambiente, e la connessione me lo permettono.
Tenendo a mente questi rischi e opportunità, si può sicuramente cercare di spingere più in là l’asticella, per godersi un po’ di più la vita e mantenere una buona produttività. Attenzione, però! Il segreto per trovare l’equilibrio è una buona programmazione, l’imprevisto è dietro l’angolo ed è facile scivolare.
Un piccolo trucco, che trovo molto efficace: sostituire l’automobile con il treno. Il tragitto in treno, anche se è più lungo, ti permette di “liberare” del tempo: al posto di essere alla guida, potrai dedicarti al tuo lavoro e partire un giorno prima, tornare un giorno dopo ed evitare i picchi di traffico sia in strada che sul treno.
In conclusione, penso sia “sbagliato” pensare ad un’esperienza di workation, senza considerare innanzitutto il tempo da dedicare alla vacanza: ovvero al riposo, alle passioni, agli affetti.